Il consumo di alcol

alcool

Leggi la prima parte del brano sul consumo di alcol e rispondi alle domande

Il consumo di alcol
(parte 1)


Nella nostra cultura vi è ormai un assodato consenso sociale relativo al consumo di bevande alcoliche. Tant’è che l’ "iniziazione” al bere avviene spesso in ambito familiare, con un consumo di alcol che potremmo definire “alimentare” (un po’ di vino durante i pasti è una componente della dieta mediterranea). Dopo questa iniziale esperienza il consumo di vino, e soprattutto di birra, diventa abituale e i genitori accettano tale abitudine a condizione che rimanga contenuta e sotto il loro “controllo”.
Il consumo di alcolici da parte di un giovane all’interno della propria famiglia non si configura quindi mai come un comportamento inadeguato.
Col passare del tempo però il “controllo” dei familiari viene esercitato sempre meno, gli adolescenti tendono a sfuggire alle regole imposte dai genitori nella ricerca di un’identità propria che si delinea all’interno del gruppo di pari. E’ qui che si sperimentano le bevande “alternative” (ad esempio la birra in luogo del vino) e i comportamenti trasgressivi come l’abuso.
Il senso di questo utilizzo eccessivo, anche se non quotidiano, di alcolici, si può comprendere solo se ci si svincola dall’idea che esso sia legato al piacere del gusto. Quest’ultimo è infatti assolutamente secondario all’effetto che si va ricercando nella sostanza, a quello stato di euforia e benessere che può dare o a quella disinibizione che risulta funzionale all’interno di un gruppo. In altri termini, non è tanto importante la qualità di ciò che si beve, ma che la gradazione e i quantitativi siano tali da avere un effetto “potente”.
Si può quindi comprendere perchè l’alcol sia considerato da alcuni un valido “sostituto” delle droghe: può provocare uno stato di profonda alterazione psicofisica ed allo stesso tempo è una sostanza legale e socialmente accettata.