Il cibo italiano -03

Leggi il testo e inserisci le parola che mancano (una parola per spazio).
Utilizza il tasto *indizio* [?] per capire che tipo di parola devi inserire (e il tasto *suggerimento* solo in caso di necessità...)
???


«L'analisi – afferma Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere – conferma la tendenza dei a ricercare la convenienza ed il miglior rapporto tra qualità e per gli aspetti primari della vacanza, dall' alla ristorazione. Ma questo consente ai di poter dirottare parte della spesa verso altri aspetti della vacanza, legati ai prodotti , del sistema moda, dell'artigianato, nonché alla cultura ed alla storia dei territori».

Così se circa il 40% della spesa viene dall'alloggio e dalla ristorazione, il restante 60% viene suddiviso per altre attività: il 18,7% per iniziative ricreative e , il 16,1% per l'agroalimentare, il 10,4% per acquisti di abbigliamento e calzature ed una analoga per acquisti di altri prodotti manifatturieri.

In particolare calano del 15,1% i per la ristorazione e del 17,9% le spese per alloggiare. Ma crescono del 15,1% gli di abbigliamento e calzature, del 14,1% quelli di prodotti dell'enogastronomia e del 4,9% le spese ricreative. La ricerca stima che circa i due terzi dei turisti frequentino e ristoranti con un esborso medio di 16 euro a persona a cui si aggiungono altri 6 euro al giorno per bar e . Ma il 60% dei turisti compera cibo e bevande nei negozi e , con una spesa di 23 euro mentre un terzo dei visitatori si porta a casa, come ricordo del viaggio, un prodotto tipico dell'enogastronomia , per una spesa di 10 euro pro capite.